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Con le Varette il mistero della morte che cede il passo alla vita

Foto di Giovanni Panuccio

Foto di Giovanni Panuccio

Felice intuizione fu quella dell’arciprete di Scilla don Francesco Cuzzocrea, circa sei anni fa, di far togliere alle Varette la polvere accumulata in almeno quarant’anni di abbandono di antiche e benefiche tradizioni e riprendere a poco a poco l’uso di accompagnare la Via Crucis in esterna del Venerdì Santo con le Statue votive dei Misteri della Passione e Morte di Gesù.
Di straordinaria espressività – particolarmente toccanti il volto di Maria Addolorata e l’abbandono all’ultimo sospiro del Crocifisso e del Cristo Morto – sono sette statue di datazione compresa fra il Settecento e il 1958.
Anche ieri, come ogni anno, decine di portatori sono state impegnati fin dalle nove del mattino nella complessa opera di esposizione e sistemazione delle statue e dei loro supporti processionali e, soprattutto, nel pesante trasporto a spalla – talvolta senza possibilità di cambi – nel corso della Via Crucis del pomeriggio.
Numeroso l’apporto di men che ventenni, spesso alla prima esperienza, che senz’altro segnala il perdurare di un legame col retaggio spirituale familiare e cittadino anche nelle nuove generazioni.
Molto profonde le meditazioni lette in ognuna delle quindici stazioni disseminate lungo il tragitto tra piazza Duomo e il quartiere San Giorgio, che anno per anno si alterna coi quartieri marittimi di Chianalea e Marina Grande.
Di straordinaria intensità il momento dell’ingresso, in una chiesa Madre abbuiata, del sacello del Cristo e della Madre Addolorata.
Ma per la fede cristiana, la sofferenza e la morte non sono che un preludio alla Pasqua di Resurrezione. Un pò come nell’immagine che – fra le molte – abbiamo scelto a corredo di questo articolo perché mostrando Gesù Crocifisso in controluce, ne lascia già intravedere la Resurrezione nello splendore del sole che ha inondato Scilla con tutto lo Stretto. È questo l’augurio che tutto lo staff di Radio Scilla Web trasmette a tutti i suoi ascoltatori e lettori del sito per una Buona Pasqua 2017.

Giovanni Panuccio

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