Felice intuizione fu quella dell’arciprete di Scilla don Francesco Cuzzocrea, circa sei anni fa, di far togliere alle Varette la polvere accumulata in almeno quarant’anni di abbandono di antiche e benefiche tradizioni e riprendere a poco a poco l’uso di accompagnare la Via Crucis in esterna del Venerdì Santo con le Statue votive dei Misteri della Passione e Morte di Gesù.
Di straordinaria espressività – particolarmente toccanti il volto di Maria Addolorata e l’abbandono all’ultimo sospiro del Crocifisso e del Cristo Morto – sono sette statue di datazione compresa fra il Settecento e il 1958.
Anche ieri, come ogni anno, decine di portatori sono state impegnati fin dalle nove del mattino nella complessa opera di esposizione e sistemazione delle statue e dei loro supporti processionali e, soprattutto, nel pesante trasporto a spalla – talvolta senza possibilità di cambi – nel corso della Via Crucis del pomeriggio.
Numeroso l’apporto di men che ventenni, spesso alla prima esperienza, che senz’altro segnala il perdurare di un legame col retaggio spirituale familiare e cittadino anche nelle nuove generazioni.
Molto profonde le meditazioni lette in ognuna delle quindici stazioni disseminate lungo il tragitto tra piazza Duomo e il quartiere San Giorgio, che anno per anno si alterna coi quartieri marittimi di Chianalea e Marina Grande.
Di straordinaria intensità il momento dell’ingresso, in una chiesa Madre abbuiata, del sacello del Cristo e della Madre Addolorata.
Ma per la fede cristiana, la sofferenza e la morte non sono che un preludio alla Pasqua di Resurrezione. Un pò come nell’immagine che – fra le molte – abbiamo scelto a corredo di questo articolo perché mostrando Gesù Crocifisso in controluce, ne lascia già intravedere la Resurrezione nello splendore del sole che ha inondato Scilla con tutto lo Stretto. È questo l’augurio che tutto lo staff di Radio Scilla Web trasmette a tutti i suoi ascoltatori e lettori del sito per una Buona Pasqua 2017.
Di straordinaria espressività – particolarmente toccanti il volto di Maria Addolorata e l’abbandono all’ultimo sospiro del Crocifisso e del Cristo Morto – sono sette statue di datazione compresa fra il Settecento e il 1958.
Anche ieri, come ogni anno, decine di portatori sono state impegnati fin dalle nove del mattino nella complessa opera di esposizione e sistemazione delle statue e dei loro supporti processionali e, soprattutto, nel pesante trasporto a spalla – talvolta senza possibilità di cambi – nel corso della Via Crucis del pomeriggio.
Numeroso l’apporto di men che ventenni, spesso alla prima esperienza, che senz’altro segnala il perdurare di un legame col retaggio spirituale familiare e cittadino anche nelle nuove generazioni.
Molto profonde le meditazioni lette in ognuna delle quindici stazioni disseminate lungo il tragitto tra piazza Duomo e il quartiere San Giorgio, che anno per anno si alterna coi quartieri marittimi di Chianalea e Marina Grande.
Di straordinaria intensità il momento dell’ingresso, in una chiesa Madre abbuiata, del sacello del Cristo e della Madre Addolorata.
Ma per la fede cristiana, la sofferenza e la morte non sono che un preludio alla Pasqua di Resurrezione. Un pò come nell’immagine che – fra le molte – abbiamo scelto a corredo di questo articolo perché mostrando Gesù Crocifisso in controluce, ne lascia già intravedere la Resurrezione nello splendore del sole che ha inondato Scilla con tutto lo Stretto. È questo l’augurio che tutto lo staff di Radio Scilla Web trasmette a tutti i suoi ascoltatori e lettori del sito per una Buona Pasqua 2017.
Giovanni Panuccio