
Il pesce spada viene avvistato e catturato attraverso uno scontro in cui viene usata la fiocina, una lunga lancia dotata all’estremità di un uncino ricurvo. Un tempo i pescatori si servivano del cosiddetto “Luntre”, una barca snella e veloce e dipinta di nero, tanto da sembrare simile ad un pesce. Sul “Luntre” agivano di solito cinque o sei uomini, tra i quali il fiocinatore con il compito di fiocinare il pesce spada. A partire dagli anni ’60 queste imbarcazioni sono state sostituite dalle moderne “Passerelle”, caratterizzate da un traliccio o “albero” alto fra i 20 e i 25 metri, in cima al quale prende posto un avvistatore, che ha anche il comando della nave tramite un sistema di carrucole. A prua le Passerelle sono dotate di un ponte in ferro lungo circa 25-30 metri dove il fiocinatore corre al richiamo dell’avvistatore per colpire il pesce.
Seguire la cattura di un pesce spada è un’emozione straordinaria. L’avvistatore segnala la presenza del pesce con delle urla caratteristiche, cosi il fiocinatore corre lungo la passerella e tenta di catturare l’animale che è in grado di resistere in acqua per molto tempo. I pescatori ancora oggi non tralasciano i secolari rituali della cattura: preso il pesce lo segnano con le “croci”, che consistono nell’incidere con tre unghie la guancia destra del pesce spada come segno di protezione contro le energie negative.
Il pesce spada è il fiore all’occhiello della gastronomia di Scilla e viene cucinato in vari modi, tra i quali la tipica preparazione “alla ghiotta” con pomodoro, olive, capperi e cipolla, o preparato ad involtino ripieno di pangrattato, crudo a “carpaccio” e tante altre ricette.